108 Saluti al Sole?
Hai detto C E N T O O T T O?
Anch’io come te sono rimasta un po' perplessa la prima volta, anch’io come te mi sono chiesta quali potessero essere i benefici dei 108 Saluti al Sole e anch’io, come te, mi sono preoccupata alla sola idea di cimentarmi in questa forte pratica.
Nonostante il mio rapporto ormai decennale con lo yoga, ti confesso che ho vissuto per la primissima volta questa esperienza soltanto qualche mese fa, in India, durante il mio lungo ed intenso lockdown.
Ridendo e scherzando è già passato oltre un anno.
Era appena arrivato un ospite non previsto e ancor meno desiderato - il Signor Covid - e il nostro, oltre a voler essere un grande omaggio alla vita, alla Luce, voleva essere un forte grido di speranza per superare una Pandemia Globale sempre più rapida ed invasiva. Il nostro era un obiettivo gigantesco:
“Creare energia per risollevare il pianeta.”
Ambizioso, non trovi?
108 Saluti al Sole: in che senso?
Nella tradizione yogica il Saluto (Namaskara) al Sole (Surya) è una sequenza fluida e dinamica di asana (posizioni), coordinata da respiro e movimento, dagli effetti straordinari.
Pensa che solo 10 Saluti al Sole ogni mattina apportano benefici incredibili.
Tra i più importanti:
ottimo energizzante naturale
riduce stress, ansia, preoccupazione, insonnia
rinforza il sistema immunitario
coinvolge il 90% del nostro sistema muscolare, tonificando e allungando i muscoli
lubrificante naturale per le nostre articolazioni
consente al corpo di lasciarsi andare, liberando stress e tensioni di qualsiasi natura
calma e sostiene il sistema nervoso, i cui nervi si dipartono dalla colonna vertebrale. A livello centrale, aiuta a sviluppare concentrazione, focalizzazione e calma
distende e rafforza la nostra schiena (ottimo in caso di dolori dovuti a sedentarietà e/o a scarso movimento)
porta nutrimento e massaggia gli organi interni
migliora e amplifica la nostra capacità polmonare e, quindi, il nostro respiro, rendendolo complice, profondo e consapevole
migliora la postura, la flessibilità, l’equilibrio
stimola il metabolismo e migliora le funzioni del nostro apparato digerente
stimola il sistema cardiovascolare, ossigenando il sangue e rinforzando il cuore
Insomma, un ottimo e naturale supporto psico-fisico, non credi?
Quando ci si immerge nelle 108 ripetizioni… beh, ecco che avviene una trasformazione piena.
Ancor di più se la pratica coincide con il giorno di maggiore rigenerazione cosmica:
il Solstizio d’Estate.
Perché 108 Saluti al Sole e perché proprio nel giorno del Solstizio d’Estate?
Ci dicevamo che quella dei 108 Saluti al Sole è un’intensa, ambiziosa e trasformativa pratica millenaria che coinvolge in toto: corpo, mente, spirito, emozioni.
L’idea di fondo è un invito a celebrare il Sole, la Luce, Madre Terra, l’Universo e la nostra profonda Unione con il Tutto.
Perché proprio in occasione della Festa del Sole?
Perché unione e trasformazione raggiungono il loro massimo compimento durante il Solstizio d’Estate.
Il 21 giugno è il giorno in cui il Sole raggiunge la maggiore distanza dall’Equatore ed il Cosmo intero è alle prese con la sua seconda nascita spirituale.
È anche l’inizio ufficiale dell’Estate, di una nuova stagione, di nuovi profumi, sapori, colori, amori.
È la giornata più lunga dell’anno, che segna il ritorno della luce dopo un periodo di tenebre.
La religione induista racconta che il dio Shiva iniziò a trasmettere i propri insegnamenti proprio in questo giorno. E, secondo quanto riportato nei Veda – le antiche scritture indiane – venerare il Sole e la Luce - simboli d’immortalità - porta prosperità e salute, al corpo, alla mente e allo spirito.
È considerato di buon auspicio per ciascun individuo, che può connettersi con il Sole e trarre dai suoi raggi tutte le energie necessarie per sviluppare nuove forze vitali.
"Sono ancora titubante, non credo di potercela fare. Non ho neanche mai praticato yoga. Consigli?"
I saggi insegnano che la pratica dei 108 Saluti al Sole è alla portata di tutti. Restano escluse eventuali e gravi problematiche fisiche. Fermo restando che ci si può stendere o rimanere seduti sul tappetino, traendone comunque grandi benefici.
L’unico ostacolo al suo compimento? La nostra mente, che blocca il normale fluire delle energie e quindi ferma il corpo.
Il trucco? Come insegnano lo yoga e il caro vecchio Patañjali, trovare stabilità e agio in ogni singola posizione.
Ognuno ovviamente è libero di fermarsi ogni qualvolta ne sente la necessità, per poi riprendere la pratica quando e se si sente di nuovo pronto, fisicamente e/o emotivamente.
Giorgia, cosa rappresenta per te la pratica dei 108 Saluti al Sole?
Andando per un istante oltre i 108 Saluti al Sole, mi piacerebbe dirti cosa rappresenta per me lo yoga in generale.
Non mi stancherò mai di ripeterlo. Per me lo yoga è:
Un intenso ed inarrestabile processo di trasformazione e di scoperta di se stessi, respiro dopo respiro. Avviene sul nostro tappetino e si ripercuote nella vita di tutti i giorni, rivoluzionandola drasticamente.
Per me lo Yoga è un compagno di vita ed un potente mezzo di consapevolezza che fornisce tutti gli strumenti utili a riconoscere e guardare le emozioni, eventuali blocchi interiori, ferite, messaggi che il nostro corpo ci manda. Allo stesso tempo, attraverso tutti questi segnali, ti insegna ogni giorno a lasciare andare, a lasciare fluire. Follow the Flow
È un viaggio alla scoperta di chi siamo veramente.
Torniamo ai 108 Saluti al Sole
Praticare 108 Saluti al Sole è un’esperienza molto forte su tutti i livelli: fisico, mentale, energetico ed emotivo.
Per diversi motivi, la pratica dei 108 Saluti al Sole porta l’attenzione e aumenta a dismisura le sensazioni che viviamo quotidianamente. È una pratica introspettiva e, anche quando si è in gruppo, viene vissuta in profonda solitudine. E sappiamo che la solitudine non è sempre una gradita compagna.
Insieme, ma da soli
Da un lato, praticare 108 Saluti al Sole rappresenta un momento di condivisione, unione, armonia tra i praticanti (anime, stili, occhi, sorrisi, culture differenti. AH, che meraviglia!) e, in generale, tra uomo e natura, dall’altro, come dicevamo, rappresenta un momento di profonda, profondissima introspezione.
Asana dopo asana, flusso dopo flusso, ti mette faccia a faccia con il tuo ego, con le tue paure. Con il tuo vero Sé.
Io vivo questa pratica come un intenso e profondo viaggio alla (ri)scoperta di me stessa, senza giudizio alcuno. Mi aiuta ad osservarmi, ad osservare il mio Universo interiore, cosa che in generale faccio con lo yoga. Un intenso viaggio che conduce alla sperimentazione di quel “SE” capace di illuminarsi e fondersi con tutto ciò che ci circonda.
Il processo trasformativo varia da individuo ad individuo, in base al proprio essere in quel preciso istante dell'esistenza e anche in base al periodo e alle sfide che si stanno affrontando.
In India eravamo moltissimi, ognuno con il suo sorriso e le sue turbe emotive.
Il tappetino diventa il luogo in cui ci lasciamo attraversare dalle emozioni, ancora una volta insieme ma da soli, cercando di andare e di scavare sempre più in profondità.
La mente e il confitto Corpo - Ego
Essendo una ripetizione di asana in serie spesso, anzi spessissimo la mente cercherà di prendere il sopravvento e proverà a sabotare il tuo momento di profonda connessione con te stesso e con ciò che ti circonda.
Flow dopo flow, emergeranno diversi pensieri, ricordi, emozioni, sensazioni.
Si inizia con una fase di eccitamento, in cui ancora non si sente la fatica (fisica e mentale) e dove la gioia della condivisione è ancora molto viva. Ad un certo punto, inizieremo a sentire un conflitto interiore: tra il corpo che, stancandosi, ci chiede di fermarci, ed il nostro ego che, invece, vuole arrivare fino in fondo. Una sorta di sfida per dimostrare a se stessi la propria validità, la propria tenacia, la propria perseveranza.
Un po’ come avviene nella vita di tutti i giorni, no?
Mente stanca e voglia di mollare VS ego che non lo consente
Paura di non farcela VS giudizio interiore, voglia di arrivare alla fine.
E tu osservi consapevolmente i messaggi inviati dal tuo corpo e, allo stesso tempo, i sabotaggi della tua mente.
La fatica è anche frutto di questa intensa conversazione con noi stessi, con i i nostri dolori, le nostre preoccupazioni, le nostre paure.
Se ti fermerai, porta l’attenzione al pensiero, all’emozione o al ricordo emerso nel momento appena prima di mollare, quando hai deciso di fermarti. Quello sarà il tuo Maestro, la tua guida. Paura di non farcela? Stanchezza? Solitudine? Noia? Troppa introspezione?
Se non ti fermerai, nonostante il tuo corpo forse dolente, forse stanco ti chiederà di farlo, rifletti ancora di più. Scava ancora più in profondità: Quanto ti ascolti? Sei solito a commettere gli stessi errori pur di non ascoltarti? Metti davanti a te e al tuo benessere gli altri o il tuo ruolo? Quanto è importante per te il parere o il giudizio altrui? Quanto lo temi? E il tuo di giudizio? L’ego ti fa pensare ad una resa? Pensi che il tuo corpo debba essere al tuo servizio?
Non c’è giusto o sbagliato.
Questa pratica è solo un veloce e straordinario mezzo per conoscere e riconoscere la nostra mente e i suoi sabotaggi, i nostri conflitti interiori o le ferite emotive e le emozioni in disequilibrio dentro di noi:
Quali emozioni ci fanno mollare quando invece dovremmo andare oltre?
Quali emozioni ci portano ad andare oltre quando invece dovremmo fermarci?
Ci aiuta ad addomesticare la mente affinché diventi nostra complice e non nostra rivale.
Non c’è giudizio.
Ci sono scoperta, unione, trasformazione, consapevolezza.
Nonostante il suo essere una pratica vissuta in completa solitudine, saremo supportati dalla forza del gruppo, dalla sua (nostra) energia, dal flusso di un unico grande respiro e di cuori che battono insieme.
Anche nella vita di tutti i giorni, siamo circondati sempre e ovunque da forze invisibili. Ricordalo.
Ognuno di noi è parte dello stesso progetto, del Tutto, e lo sentiremo ancor di più durante questa pratica.
Personalmente, ogni volta che mi immergo in questa pratica, e nello yoga in generale, scopro nuove cose e versioni di me, che mi insegnano e aiutano a diventare più consapevole e sempre più connessa al momento presente.
Ok, adesso non voglio condizionare il vostro sentire. Non vedo l'ora di vedervi e di iniziare insieme questo nuovo viaggio alla scoperta di noi stessi.
Lo Yoga ci mostra esattamente chi siamo, senza giudizio. Ci consente di vedere la vita da altri punti di vista, a volte anche mettendo completamente in discussione il nostro modo di pensare, di agire e di essere.
Qualche aneddoto sulla Giornata Internazionale dello Yoga e sul numero 108 🪐
In India il 21 giugno - Solstizio d'Estate - è considerato un giorno estremamente buono per la purificazione del corpo, per maturare intenzioni buone e per iniziare a cambiare qualcosa nella propria vita. Anche drasticamente. Fare quel salto che, tra un tentativo e l’altro, ancora non abbiamo avuto il coraggio di fare!
È anche il giorno più lungo dell’anno, la luce è più lunga e la notte più corta.
Da un punto di vista yogico, il solstizio d'estate segna anche il passaggio al Dakshinayana, il periodo di sei mesi tra il solstizio d'estate e il solstizio d'inverno, quando il sole viaggia verso sud sulla sfera celeste.
Alla luce di ciò, il Primo Ministro dell’India Narendra Modi ha proposto la data di 21 Giugno per la Giornata Internazionale dello Yoga.
La Giornata Internazionale dello Yoga è stata celebrata per la prima volta il 21 Giugno del 2015.
L’idea è nata molto prima ed è stata ufficialmente istituita durante un’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2014, insieme al 175 paesi del mondo.
La prima Giornata Internazionale dello Yoga ha generato un record mondiale per la classe di yoga più grande della storia ed un altro per il maggior numero di nazionalità partecipanti. Solo a New Delhi, in India, ad una singola lezione di yoga hanno partecipato più di 35 mila persone.
Dalla prima edizione, succede così ogni anno. Non solo in India, ma in tutte le nazioni che celebrano il giorno dello yoga.
In occasione di questa giornata così simbolica per il mondo yoga, vi aspetto per praticare insieme… 108 saluti al sole.
Mandiamo la nostra energia a Mamma India.
Il numero 108
108 è considerato “numero sacro” in moltissime religioni: Induismo, Buddhismo, Sikhismo, Giainismo, ecc.
Iniziamo dal principio.
In realtà il numero 108 non viene riconosciuto come “108”, ma si scompone: 1, 0 e 8.
Why? Per l’importanza e la simbologia dei singoli numeri al suo interno.
1
rappresenta la verità Ultima
rimanda al concetto Bindu (goccia), un “punto” metafisico e simbolo sacro dell’Universo. Secondo le tradizioni tantriche, si materializza nello sperma umano (considerato la quintessenza della materia), il punto dal quale inizia la creazione e si sviluppa la molteplicità
rappresenta l’unione di Shiva e Shakti, la fusione totale dei due principi opposti
rappresenta Brahma, la Coscienza Suprema
0
- Sunyata: il vuoto, quello stato da raggiungere se ci si vuole liberare dal Samsara (ciclo perenne del divenire; trasmigrazione; corso dell’indefinita successione di nascita-vita-morte-rinascita)
rappresenta lo stato di Samadhi
rappresenta Shiva
rappresenta la reintegrazione del Sè individuale con il Sè Universale.
8
- Ananta (senza fine): è l’infinito, il senza fine.
rappresenta la natura creativa
corrisponde agli otto aspetti della natura (i 5 Elementi: terra, acqua, fuoco, aria, etere) più Ahamkara (l’Io, individualità o ego), Manas (la mente raziocinante ed analitica) e Buddhi (intelletto superiore, intuito, intelligenza creativa)
rappresenta Shakti, energia femminile primordiale, il potere della manifestazione, responsabile dell’espressione del mondo fenomenico nei suoi molteplici aspetti
108
108 è il numero di grani di cui è composto un Mala, il rosario indiano e del Akṣamālā buddhista fatto di grani. I grani posso essere a loro volta formati da semi di piante indiane (rudraksha, semi di loto, di bodhi) oppure in legno di sandalo, tulsi o ancora di pietre come cristallo di quarzo, giada, ambra ecc. In ogni mala c’è sempre un grano diverso in più, che forma l’estremità superiore e viene chiamato Meru (come il sacro monte), il punto di giunzione (altri nomi possono essere Bindu, Sumeru, Guru, Stupa). Il Mala va tenuto nella mano destra, si inizia a contare partendo dal Meru, non lo si sorpassa mai, ma si ritorna indietro nella direzione opposta. La recitazione di ciascun mantra viene sostenuta dallo scorrimento di un grano. Il Mala deve essere fatto scorrere solo tra il pollice e il dito medio, l’indice non interviene
Il diametro del Sole è 108 volte il diametro della Terra
La distanza tra il Sole e la Terra è 108 volte il diametro del Sole
La distanza media della Luna dalla Terra è 108 volte il diametro della Luna
In astrologia, l’argento metallico si dice che rappresenti la luna. Il peso atomico dell’argento è 108
Esistono all’interno del nostro corpo energetico 108 nadi (canali energetici) che convergono a formare il Chakra del cuore
108 è un numero “Harshad”, significa che è un numero divisibile per le sue cifre. Harshad in sanscrito significa “grande gioia”
Il numero 108 simboleggia l’unione di Siva e Shakti: la Creazione del Mondo
Le divinità induiste hanno 108 nomi. Recitare questi nomi contando i 108 grani della Mala è considerato un rituale sacro
Il sistema Vedico identifica il 108 con l’Universo e il Supremo.
Esistono 108 luoghi sacri frequentati dal dio Vishnu (Divyadesams)
In molte regioni indiane il numero 108 è legato alle pratiche dello yoga e del Dharma
Nello Śrīmad Bhāgavatam, Krishna è descritto mentre balla con 108 Gopi (pastorelle) nella città di Vrindavana, per poi sposare 108 mogli nella città di Dvaraka
Nello Śivaismo, Shiva Nataraja è raffigurato mentre esegue la sua danza cosmica in 108 karana (pose)
108 è il numero dei peccati nel Buddhismo tibetano
108 è il numero delle stelle considerate sacre nell’astrologia cinese
In Giappone alla fine dell’anno una campana è suonata 108 volte per salutare il nuovo anno. Ciascun rintocco rappresenta una delle 108 tentazioni materiali a cui una persona deve resistere per raggiungere il Nirvana
108 è il numero dell’al-Kawthar, il più corto tra i Sura del Corano
108 è divisibile per 18, il numero delle curiosità che hai appena letto.
Non mi meraviglia l’aver stilato una lista senza contare gli elementi se non alla fine.
Ti aspetto giorno 21 giugno alle 19.30!
Registrati qui per l'evento in presenza (ti farò sapere il punto esatto in Parco Lambro in cui praticheremo):
Non puoi partecipare? Seguici in diretta dal mio profilo Instagram:
Di che cosa hai bisogno:
la tua mente
il tuo corpo
il tuo cuore
il tuo sorriso
il tuo tappetino, preferibilmente antiscivolo
una bottiglia d'acqua
un asciugamano, soprattutto se sudi facilmente come me 🙃 (ci aiuta ad eliminare le tossine!)
una coperta o una felpa, per coprirsi durante la savasana e per sostenere le ginocchia se necessario
Namaste
Light&Love
G.
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